Su Il Corriere Vinicolo n. 22/2024, nella pagina di Med&A, Associazione Nazionale Agenti d’affari in mediazione e agenti di commercio, è presentata la figura del procacciatore d’affari nel comparto vitivinicolo. Questo approfondimento segue a quelli già pubblicati in precedenza sulla figura dell’agente di commercio (vedi Il CV n. 9/2024) e del mediatore (vedi il CV 14/2024).
Come si legge nel contributo curato dall’avv. Christian Montana, a differenza dell’agente e del mediatore, il procacciatore d’affari non è una figura professionale disciplinata da apposita normativa. Inoltre, il contratto di procacciamento d’affari non è regolato dal Codice Civile. Si tratta quindi di un rapporto, quello di procacciamento, che nasce dalla prassi degli affari ed è considerato “atipico”. La prevalente giurisprudenza definisce tuttavia il procacciatore d’affari quale “soggetto che, senza alcun vincolo di stabilità e in via del tutto episodica, segnala clienti, ne raccoglie ordinativi di acquisto e li trasmette all’azienda da cui ha ricevuto tale incarico”.
Ricordiamo che, come sottolineato da Carlo Miravalle, presidente di Med&A, l’Associazione non ha mai ammesso tra i suoi i procacciatori d’affari, proprio perché questa figura professionale e il contratto di procacciamento d’affari non sono disciplinati e regolati – come detto - da un’apposita normativa: “Questa nostra decisione non vuole essere assolutamente discriminatoria, anzi, è stata presa a tutela della professionalità del nostro lavoro e di conseguenza delle aziende vinicole con le quali lavoriamo”.