Arte e fotografia d’autore per rinnovare la comunicazione enoturistica
L’Arts factor emerge come leva strategica per raccontare territori e cantine in modo più autorevole e distintivo. Dalla fotografia d’artista ai musei d’impresa, le riflessioni di Francesco Moneta aprono nuove prospettive per unire enoturismo e turismo culturale
December 3, 2025
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Arte e fotografia d’autore per rinnovare la comunicazione enoturistica
La riflessione sul rapporto tra enoturismo e linguaggi artistici sta assumendo un rilievo crescente nel dibattito sulla comunicazione del vino. In un mercato saturo di messaggi e immagini, la sfida è costruire narrazioni capaci di distinguersi e di restituire autenticità ai territori. In questo quadro, il contributo firmato da Francesco Moneta nel numero 38 de Il Corriere Vinicolo analizza l’impatto dell’Arts factor – l’impiego di strumenti e valori delle arti visive – come possibile leva strategica per rafforzare identità, reputazione e attrattività dei luoghi del vino.
L’immagine fotografica è diventata negli anni un elemento centrale del racconto enoturistico. Ciò che risulta meno scontato, come osserva Moneta, è la scelta di utilizzare fotografie d’autore o progetti curatoriali strutturati per superare le consuete rappresentazioni “da cartolina”. Il coinvolgimento di artisti – attraverso residenze, committenze o contest professionali – permette infatti di ottenere una lettura più profonda e non convenzionale dei paesaggi vitivinicoli, generando materiali iconografici che non illustrano un territorio, ma lo interpretano. La differenza non è formale: riguarda la capacità di trasformare un’immagine in un linguaggio che parla a pubblici diversi e costruisce legami più solidi con chi osserva.
Moneta insiste su due condizioni necessarie per ottenere risultati reali: una curatela competente e una rete di partnership autorevoli. Senza questi elementi, la fotografia d’artista rischia di essere una scelta ornamentale; con essi diventa invece un dispositivo narrativo in grado di produrre valore anche nel medio periodo. Ne è esempio il progetto “Esplorare Gavi”, realizzato con The Round Table e Mia Photo Fair, che ha arricchito il patrimonio visivo del territorio e creato occasioni espositive di rilievo nazionale.
Il contributo allarga poi lo sguardo al quadro più ampio del turismo culturale, un settore in forte crescita che presenta numerose contiguità con l’enoturismo e con cui i territori del vino dovrebbero costruire sinergie più consapevoli. I dati ricordati nel testo – dall’aumento della spesa dei viaggiatori stranieri alla diffusione di festival culturali e capitali italiane della cultura – indicano che la domanda si orienta sempre più verso esperienze capaci di unire scoperta, patrimonio e narrazione identitaria. È in questa direzione che l’enoturismo può trovare nuove opportunità, intercettando flussi più motivati e più disponibili a interagire con la cultura materiale e immateriale dei territori.
Infine, Moneta introduce un ulteriore elemento spesso trascurato: il ruolo dei musei d’impresa e degli archivi aziendali come spazi di incontro tra cultura e produzione. La digitalizzazione, la creazione di percorsi misti analogico-digitali e l’utilizzo di strumenti immersivi possono trasformare questi luoghi in nodi narrativi capaci di raccontare storia, identità e valori in modo più incisivo. Una prospettiva che riguarda da vicino molte realtà vitivinicole italiane, spesso depositarie di patrimoni culturali ancora poco valorizzati.
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