Nel dibattito di queste settimane sul futuro del vino italiano emergono due sviluppi che potrebbero incidere in modo significativo sulle prospettive del comparto: da un lato, le nuove risorse inserite nella legge di bilancio 2026, dall’altro, l’atteso via libera al decreto sui vini dealcolati. Due temi al centro del servizio di Fabio Ciarla pubblicato su Il Corriere Vinicolo n. 34 del 3 novembre 2025 e discussi anche durante l’ultimo Consiglio nazionale di Unione Italiana Vini ospitato alla cantina Avignonesi di Montepulciano.
Il presidente Lamberto Frescobaldi ha accolto positivamente la prospettiva di maggiori investimenti in promozione e internazionalizzazione, sottolineando l’importanza di rafforzare l’immagine del vino made in Italy sui mercati globali. Il disegno di legge prevede infatti 100 milioni di euro aggiuntivi all’anno per il triennio 2026-2028, una misura che – se approvata – porterebbe le risorse complessive a 250 milioni di euro annui.
Accanto agli strumenti economici, il settore guarda con interesse anche all’evoluzione normativa. Dopo mesi di attesa, il decreto sui vini dealcolati sembra ormai prossimo all’emanazione definitiva, come indicato dalle recenti dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il segretario generale Paolo Castelletti ha invitato ad accelerare l’iter, affinché le imprese possano avviare subito la produzione senza ulteriori ritardi burocratici.
Due segnali che, insieme, delineano un orizzonte di rinnovata fiducia per il vino italiano, tra sostegno all’export e apertura verso nuove frontiere produttive