Sensori, strumenti digitali e sistemi di monitoraggio offrono oggi alla viticoltura un’enorme quantità di informazioni. Trasformare questi dati in conoscenza utile è la sfida affrontata dal progetto di ricerca dell’Agrofood Research Hub dell’Università degli Studi di Brescia insieme alla cooperativa Dom Brial (1.760 ettari nel Languedoc-Roussillon).
L’area di studio, esposta a siccità, ondate di calore e forte variabilità climatica, si è rivelata un laboratorio ideale per analizzare le interazioni tra condizioni ambientali, scelte di impianto e pratiche agronomiche. Lo studio, basato su nove anni di osservazioni e 41 parcelle di Syrah, ha integrato dati climatici, pedologici e produttivi con le pratiche di gestione.
I risultati mostrano l’impatto decisivo di clima, suolo e struttura del vigneto: annate più calde e piovose riducono acidità totale e malica, i suoli franco-sabbiosi si associano a rese maggiori, l’età delle viti influenza resa e zuccheri, mentre pratiche come la lavorazione dell’interfila e l’alberello incidono su acidità e concentrazione.
Un contributo che va oltre il caso francese: l’integrazione tra approcci data-driven e conoscenza agronomica può diventare un modello trasferibile ad altri contesti, per rendere il vigneto più resiliente e sostenibile.
L’articolo, pubblicato su Il Corriere Vinicolo n. 27/2025, è corredato da un’ampia bibliografia di riferimento.